Piatti in... versi

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 2 dicembre 2016 presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico “Leonida Marinelli” di Agnone (Is), è stato presentato il Volume “Piatti in.. versi”, curato e realizzato da Luigia Altopiedi e Maria Pia De Martino. Il volume raccoglie le liriche degli alunni dell’Istituto Alberghiero di Agnone che, durante l’anno scolastico 2015/2016 nell’ambito dell’Insegnamento di Lettere di cui la Prof.ssa Altopiedi è stata titolare, hanno entusiasticamente seguito il Corso di Poetica tenuto da Maria Pia De Martino. Una manifestazione partecipata da un folto pubblico non solo studentesco che ha saputo apprezzare anche i bellissimi video realizzati da Angelo Cocozza i quali hanno magicamente trasformato in immagini e suoni il tratto poetico della raccolta.

 

 

 

 

 

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Da sinistra:

L. Altopiedi, T. Camperchioli, M.P. de Martino, A. Cocozza

 

 

 

 

 

Prefazione al volume di Maria Pia De Martino.

 

 

 

L’arte  della cucina come nutrimento dell’anima

 

Il grande poeta inglese Peter Russell mi disse una volta:” Quando io penso una poesia, ho tante idee prima di avere parole: tutto è nella mia testa, senza immagini, senza parole, ma so esattamente cos’è….  Poi articolo parole, concetti, visioni e immagini olfattorie: arrivo infine alla produzione concreta della poesia. La poesia è così  concreta, fatta di parole e le parole sono cose fisiche, colpiscono l’orecchio con forza!”. Il sostantivo “poesia” ha radice nel verbo greco “poiein” che significa fare: dunque la poesia è un “fare”. Il poeta “fa” perché, attraverso l’intuizione poetica, raggiunge una maggiore consapevolezza di se’ e del mondo, entrando in contatto con l’energia profonda del vivere: la poesia non va interpretata ma vissuta perché  conserva il significato originario della vita. Parlare di Poesia nella scuola è perciò atto imprescindibile e coraggioso sia per chi la propone (il docente) sia per il pubblico che l’accoglie (gli studenti). La scuola è il luogo secondo – dopo la famiglia – in cui si plasmano le menti e le coscienze degli uomini e delle donne del futuro: perciò, in qualità di poeta ed operatore culturale, ho vissuto con curiosità gioiosa l’esperienza di “mediatore poetico” nell’ambito dell’insegnamento della Cattedra di Lettere- per l’anno scolastico 2015/2016- presso l’Istituto Alberghiero dell’Omnicomprensivo “G.N. D’Agnillo” di Agnone (IS). Un’esperienza diventata sfida poiché avrei avuto l’occasione di parlare di Poesia ad adolescenti impegnati in un percorso formativo che apparentemente nulla aveva da condividere con le immagini sublimi del pensiero poetico. Insieme con gli studenti invece ho potuto riaffermare quanto sia stretto il rapporto tra l’atto del “nutrirsi” e l’atto del “poetare”: in cucina come in Poesia il mondo viene continuamente ricreato, assimilato e trasformato in qualcos’altro, così come Peter Russell riferiva a proposito della “creazione poetica”.  Il poeta è come l’abile cuoco che osa amalgamare ingredienti diversi ”prelevati” dalle sue esperienze emotive, intellettuali, sensoriali, per creare una poesia (piatto) vicina alla sensibilità del lettore (di colui che gusta): complesso e vario è dunque il rapporto che si rileva sorprendentemente tra cibo e parola poetica attraverso il concetto del “correlativo oggettivo” -tanto caro alle avanguardie futuriste- che eleva la cucina a  forma d’arte pura ed originale. Infatti in Francia nasce nel 1913 la nuova figura dello “chef-poeta”, artifex del gusto, nell’ambito del movimento letterario denominato “cubismo culinario”, secondo cui il ruolo del cuoco-poeta sarà non quello di cucinare “illusioni” ma di rappresentare la coscienza critica dei tempi nuovi attraverso l’accostamento di ingredienti fantasiosi ed originali, pur mantenendo il rispetto della peculiarità di ogni sapore. Poesia come cibo nutriente e appetitoso dunque, base dell’alimentazione dello Spirito, come mandorla candita il cui cuore deve essere protetto dalla  perversità dei palati sordi. Un poeta spagnolo ha detto: ”La vita è un’insalata russa che bisogna decorare con garbo equilibrato, forza fisica, istinto, sentimento e intelligenza, proprio come nella creazione poetica”. Ed è con questo spirito che gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Agnone hanno vissuto con passione la mia proposta di Poesia attraverso un percorso di studio culminato nel commovente florilegio di versi qui raccolti, a celebrazione della gioia con cui si preparano alla magnifica professione di “poietès”, ossia facitori e cesellatori dell’arte finissima del gusto e dell’olfatto, del piacere dello sguardo e della degustazione, nella suprema eleganza dei sapori.

 

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