PREMIO LETTERARIO NAZIONALE
“Le Nuvole – Peter Russell”
XV edizione 2017
Classifica Finale
Sezione Poesia in Lingua
1° Io tornerò
Carmela Parlato Torre del Greco (Na)
2° L’infinito
Alvaro Staffa Roma
3°Mai nessuno mi strapperà dal Sud
Gianni Di Giorgio Modica (Rg)
Premio della Critica
Rossa Signora
Carmela Basile Cesa (Ce)
Menzione d’ Onore
In punta di piedi
Iliana Onesti Isernia
Sezione Libro – Silloge
1° Il fuoco alimentato dal vento
Andrea Fiorini Milano
2° Assiomi del Negeb
Renzo Piccoli Bologna
3° Non ritorni
Antonio Spagnuolo Napoli
Premio della Critica
In provvisorio approdo
Rino Malinconico Scisciano (Na)
Sezione Narrativa
1° Le ricordo qualcuno, signore?
Gabriele Andreani Pesaro
2° Othis: la tentazione
Cristina Giusti Isernia
3° Shabbat Shalom, Zeyde
Sergio Ragno Abbiategrasso (Mi)
PREMIO LETTERARIO
“Le Nuvole – Peter Russell”
XV Edizione 2017
Sezione Poesia in Lingua
1° Classificato
Io tornerò
Carmela Parlato - Torre del Greco (Na)
E’ profonda vertigine il luogo poetico di Carmela Parlato in “Io tornerò”. Ed è un luogo, la vita, dalle pareti allungate ed allargate che fuggono via, un luogo che riesce a raccogliere emozioni e possibilità - o impossibilità - sfuggite ad ogni forma. Il tempo, le occasioni, poi un uomo e una donna che attraversano il tempo stesso e lo costellano di parole, frantumando l’infinito in schegge spesso dolenti, pezzi dell’Io, imprecise e diverse. La parola poetica trasparente e leggera, memore mai nostalgica, si fonde e si perde in tutte le cose abbracciandole, traboccando in esse, liberando le illusioni dalle paure, le incognite di ciò che sarà dall’ineluttabilità di ciò che è stato, come addio che volge sgomento nell’insperato colore della speranza.
Maria Pia de Martino
2° Classificato
L’infinito
Alvaro Staffa - Roma
Tutto ci lascia credere, infine, che il gioco dell’illusione sia parallelo - o addirittura coincidente - con la certezza della memoria. La coscienza della finitezza o il riconoscimento della perfezione non possono alleviare l’urgenza del mistero. Solo la memoria dell’essere trova linfa nel riattuarsi della parola poetica: essa scende tra i roghi del dolore a ferirsi ripetutamente, quasi a proteggerci dai segni della vanità. E’ dalla memoria, dunque, che arrivano i soccorsi al silenzio dell’essere, al Poeta che siede - in ascolto – in attesa.
Maria Pia de Martino
3° Classificato
Mai nessuno mi strapperà dal Sud
Gianni Di Giorgio - Modica (Rg)
Ogni Sud del mondo è vela di destino che innerva i ritmi della terra, quasi presagio di tempesta sempre possibile. Forse una compassione “cromatica” con la natura dona l’ansia di esistere oltre l’impossibilità. In ogni Sud anche il gelo della morte sconfina nella perfetta misura delle cose e rianima in tremori che annunciano il ritorno di nuove primavere. Ancora vita, dunque, per il Poeta che non potrà lasciare mai il suo Sud, quasi a scongiurare la ferita del non essere.
Maria Pia de Martino
Menzione d’ Onore
In punta di piedi
Iliana Onesti - Isernia
Al compimento dell’opera nel tempo, si compone negli occhi della Poetessa quel firmamento di significanza promesso nella primavera dell’essere che ora chiede, anche se “in punta di piedi”, quel coraggio che pur non scioglierà il nodo delle differenze. Perché non c’è canto senza silenzio, né eternità senza pienezza di vita, né caduta senza volo, né sguardo senza cielo. Anche se si guarda in punta di piedi, in un cantuccio senza far rumore.
Maria Pia de Martino
Premio della Critica
Rossa Signora
Carmela Basile - Cesa (Ce)
Puntuale ed indefinibile la fedele fioritura della dolce stagione autunnale che pure è ancora sacra sul calendario della quotidianità. Non ombra ma luce nella memoria di “antiche mai sopite primavere”, è l’autunno che riporta a festose malinconie: come Rossa Signora, filigrana preziosi in regioni sublimi dove la Poetessa, come carezza di voce, palpitante attende la feconda segreta rinascita della Parola.
Maria Pia de Martino
Sezione Libro – Silloge
1° Classificato
Il fuoco alimentato dal vento
Andrea Fiorini –Milano
Una visione totale della realtà, un’ ipotesi intellettuale dell’universo, la vita, la poesia, la mente umana filtrate oltre l’estremo punto di lacerazione e coerenza. Andrea Fiorini, nell’opera “Il fuoco alimentato dal vento”, realizza un’intenzione che diventa – nel suo spirito – una specie di sistema solare irradiato da un sole invisibile, da cui la storia dell’umanità scorre in parole dense mai evanescenti, dalle origini del mondo fino al futuro più remoto. Attraverso l’invisibile spirito di relazione che tiene insieme le diverse - ma pur uguali - forme dell’essere, risuonano le parole, le voci di uomini antichi - come il mercante assiro Imdi – Ilum perso nelle solitudini di inenarrabili viaggi - fino agli uomini dei nostri giorni e uomini del futuro, che vivono solitudini ancora più vaste. Non ipotesi separate ma insperato anelito al Tutto Universale è la lunga vertigine dell’esistenza che straripa, trabocca, si scioglie nella notte, moltiplicandosi all’infinito in tutti i tempi possibili.
Maria Pia de Martino
2° Classificato
Assiomi del Negeb
Renzo Piccoli - Bologna
Il “poetico” non riguarda solo i componimenti in versi, anche se esso ha radice nei versi stessi. Le parole veramente poetiche sono le parole giuste, esatte, sia in virtù di ritmo e misura sia perché sanno dire l’infinito. L’arte che usa esattamente le parole dunque è un’arte che traccia confini precisi tra il pensiero e il dire di esso. Renzo Piccoli, nella sua ultima opera, “Assiomi del Negeb” sperimenta una parola esatta che riesce tenace a precipitare nell’indicibile, o nell’infinita interpretazione attraverso di esso, attraverso quella soglia di accesso al senso che per paradosso il Poeta abilmente non travalica mai. Perché sa che il senso è proprio quella soglia come confine delle parole, senso tracciato e nel medesimo istante trasgredito. Le parole così appena dette restano ferme sulla soglia precipitando su se stesse, secondo - come amava dire Cristina Campo - quella “delicata, feroce geometria che rende possibile la danza della libellula”.
Maria Pia de Martino
3° Classificato
Non ritorni
Antonio Spagnuolo - Napoli
Nell’addio si conosce se stessi, la scelta di non revocare ciò che di per sé è irrevocabile. I distacchi come la morte della persona amata, diventano oggetto di elaborazione interiore: dunque cos’altro tenta il Poeta se non la salvezza di ciò che si perde, se non della seconda possibilità, per figure e storie amate, di tornare ad essere? In “Non ritorni” la poetica potente di Antonio Spagnuolo non si illude di possedere la chiave per colmare la frattura della perdita della donna amata, ma tenta di risalire la contrarietà della legge vitale verso il sogno. Poesia che guarda l’addio come luogo di massima verifica della sua carica sovvertitrice in cerca, montalianamente, dell’anello che non tiene, divenendo così rimpianto e pianto che armonizza il pensiero con la possibilità di un piano che non è dato scorgere compiutamente. Ma la poesia dello Spagnuolo oltrepassa l’incantamento di tale possibilità come scatto definitivo verso l’ipotesi di una sua restituzione alla tenerezza della memoria, dove “La perduta”, figura dell’addio, si colloca in una dimensione umbratile, nel limbo interiore in cui il ritrovamento e la perdita continuamente si compenetrano. Questa è ora ciò che il Poeta chiama vita finanche nella sensualità. La poesia fa così i conti con la fragilità ed il desiderio che disperdono e ricompongono. Essa stabilisce congedi tentando di dare al passato una dimensione di pienezza e dunque di richiamabilità. I modi del più grande addio sono gli infiniti modi che elaborano il lutto per ricondurne il senso alla possibile ricreazione. Il sogno della presenza pur nella realtà dell’assenza è il fuoco che alimenta ogni attività umana, che tenta di incantare il senso tragico della perdita, dandone una ragione meno fatalmente e sordamente irrevocabile.
Maria Pia de Martino
Premio della Critica
In provvisorio approdo
Rino Malinconico - Scisciano (Na)
Il senso di scrivere Poesia è collocarsi in modo antitetico a un linguaggio che si consuma in un istante: cogliere le sensazioni che attraversano l’universo, milioni di sensazioni, ombre, suoni epifanie di colori e luoghi, emanazioni delle cose infinitesime. E’ così la poesia di “In provvisorio approdo” di Rino Malinconico, dove - al contempo – vigila severa una tenerezza dell’immaginazione e dell’intelligenza, mentre il cuore si difende, sfibrandosi per la partecipazione e lo strazio, fino a diventare lucido pensiero. Una sorta di precisione delle idee astratte si muove tra le parole e il Poeta diventa lo specchio nitidissimo dell’anima che riflette spietatamente ogni cosa. Un viaggio nella “provvisorietà di un approdo”, questa vita cioè, nella compenetrazione del sogno, della realtà, del pensiero, dei luoghi, delle persone del fuori e del dentro in un’unica immagine mentale, come vasta vertigine intorno al vuoto da cui il Poeta osserva costantemente la realtà, vivendola. Ecco l’infinito: un’ipotesi intellettuale dell’universo, come spazio echeggiante tra parole leggere ma gravide di domande, improbabili ma necessarie per costruire l’unica libertà a cui l’uomo può aspirare che è quella di inventare un’arte di vivere.
Maria Pia de Martino
Sezione Narrativa
1° Classificato
Le ricordo qualcuno, signore?
Gabriele Andreani - Pesaro
L’anima, quando sogna, libera dal corpo, è allo stesso tempo il teatro, gli attori e il pubblico, nonché autrice della storia sognata; e se i sogni costituiscono il più antico epos della mente umana essi hanno il potere di generarsi dalla veglia e dal sonno trasformandosi in profezie che impiegano coerentemente il meccanismo sublime delle metafore. Il racconto “Le ricordo qualcuno, signore?” di Gabriele Andreani è visione del sogno come diversa forma della veglia, predicato delle inesplicabili manifestazioni della realtà. La novità, anche stilistica, di questa scrittura è che essa è occasione straordinaria, tenera ed audace, della dichiarazione d’amore ad un’epoca della vita, l’infanzia, dove alberga per sempre il sogno come trasfigurazione necessaria della Verità, a cui ogni uomo è destinato a tornare ineluttabilmente, ma per fortuna, alla fine del tempo.
Maria Pia de Martino
2° Classificato
Othis: la tentazione
Cristina Giusti - Isernia
Un racconto struggentemente duro ed impietosamente delicato che, nel divenire della pagina, va facendosi sempre più drammatico nel crescendo di tensione, procedendo per accelerazione, dopo un incipit pacato, in imprevedibile drammaticità che si intensifica quando la narrazione, tra gli scatti di eccitazione e di deliri maniacali, approda nel finale sorprendente. Cristina Giusti in “Othis: la tentazione” fa vivere al protagonista (se stessa?) un’esperienza onirica il cui fantasma–soggetto lo coinvolge tanto profondamente da convincerlo, se pur per brevi attimi, di poter riafferrare la vita perduta irrevocabilmente. Una grande tenerezza che, attraverso una parola vivace e sorniona, sapientemente “ammanta” con garbo lo strappo dell’assenza, della perdita, del dramma della consapevolezza di una inevitabile solitudine.
Angelo Cocozza
3° Classificato
Shabbat Shalom, Zeyde
Sergio Ragno - Abbiategrasso (Mi)
Rompere lo schermo di parole e concetti e vedere la realtà come se si presentasse per la prima volta al nostro sguardo secondo un rinnovato rapporto tra linguaggio e mondo, quasi l’ ossessione perché tale linguaggio sia tanto trasparente da creare un senso di allucinazione. Così Sergio Ragno nel racconto “Shabbat Shalom, Zeyde” crea un’atmosfera realisticamente intima tra un padre e un figlio ebrei che si parlano veramente per la prima volta – che sarà anche l’ultima – nel Velodromo d’inverno di Parigi nel 1942, quando qui furono radunati oltre 13.000 ebrei per essere poi trasferiti ad Aushwitz. L’autore, attraverso l’energia delle parole, fissa l’attenzione sui due protagonisti che consumano la loro piccola storia all’interno del dramma più vasto che si sta consumando nel mondo intero. E in attesa di essere deportati, entrambi vanno verso il proprio destino ognuno - a suo modo -, con estrema libertà di scelta, occasione ultima per riscattare la speranza di sopravvivere allo scandalo di una morte assurda. Ed è qui, quando la grande Storia si sostituisce alla Storia piccola, che qualcosa esce dall’altro lato delle parole: è il Silenzio che cerca di significare, e ci riesce molto bene, battendo colpi feroci sul muro della vergogna.
Maria Pia de Martino
Premio Letterario Nazionale
Le Nuvole-Peter Russell
XV Edizione 2017
Scadenza iscrizione: 31 Ottobre 2017
Organizzazione:
L' Associazione Culturale Le Nuvole indice per il 2017 la quindicesima edizione del Premio Letterario Nazionale "Le Nuvole - Peter Russell", intendendo così celebrare l'opera del grande Poeta scomparso nel 2003, ritenuto dalla critica uno dei massimi autori britannici del secondo Novecento.
Sezioni:
A - Poesia in lingua italiana
(2 componimenti editi o inediti di max 40 versi cadauno);
B - Libro di poesia o Silloge di poesia
(solo per la silloge massimo 400 versi);
C - Narrativa
(1 racconto edito o inedito della lunghezza di massimo 5 fogli di cui ogni foglio deve contenere un massimo di trenta righe)
N° Copie da spedire:
Due per tutte le sezioni con dati personali dell’autore, recapito telefonico ed indirizzo e-mail riportati su di un foglio a parte.
Quota di adesione:
€ 15 (Euro Quindici) per ogni sezione a cui si intende partecipare da inviare con i lavori alla Segreteria del Premio Letterario Nazionale “Le Nuvole - Peter Russell” Via Benedetto Cariteo n. 59 - 80125 Napoli entro il 31.10.2017 (fa fede il timbro postale).
Premi:
Trofeo per 1°, 2° , 3° classificato di tutte le sezioni
E’ previsto un Premio della Critica per le sezioni A e C
Premiazione:
Napoli 18 Novembre 2017 alle ore 16.00 presso il Convento San Domenico Maggiore - Sala San Tommaso - Basilica San Domenico Maggiore - Entrata Laterale Vico San Domenico n. 18
Giuria:
Presidente Sezione A:
Maria Pia De Martino – Poeta e critico letterario
Presidente Sezione B:
Giuseppe Limone - Filosofo e Poeta
Presidente Sezione C:
Angelo Cocozza – Scrittore e critico letterario
I nomi dei giurati di ogni sezione relativi ad autorevoli personalità della cultura contemporanea saranno resi noti successivamente.
Notizie sui risultati:
Tutti i partecipanti riceveranno per e-mail la classifica finale. I vincitori saranno avvisati telefonicamente. La classifica finale e le opere vincitrici con le relative motivazioni saranno pubblicate sul sito dell’associazione www.nuvoleparole.jimdo.com e sui siti web che pubblicizzano il bando.
Note:
Prima di partecipare raccomandiamo di visitare il nostro sito www.nuvoleparole.jimdo.com dove sono presenti le opere vincitrici delle passate edizioni con relative motivazioni. Per motivi organizzativi i premi verranno consegnati solo ed esclusivamente durante la cerimonia conclusiva direttamente ai premiati o a chi per loro ritira con delega; non verranno in alcun caso spediti i premi non consegnati ma rimarranno a disposizione dei vincitori che potranno ritirarli in qualsiasi momento recandosi personalmente, previo avviso, presso la sede dell’associazione.
Associazione Culturale Le Nuvole
Via Benedetto Cariteo, 59 – 80125 Napoli
E - mail: Lenuvoledinapoli@libero.it
Sito: www.nuvoleparole.jimdo.com
Telefono: 339.610.59.84