PREMIO LETTERARIO NAZIONALE

“LE NUVOLE – PETER RUSSELL”

IX° EDIZIONE 2010

 

2 Ottobre 2010

nella Biblioteca Landolfo Caracciolo

del Complesso Monumentale

di San Lorenzo Maggiore - Napoli 

Cerimonia conclusiva

della IX edizione del

Premio Letterario

“Le Nuvole – Peter Russell” 2010

Classifica Sezione Poesia in Lingua

Notte d’equinozio C. Prili Roma

Peter …   G. Pietroni   Ficarolo (Ro)

Dall’ombra riemerge S. Peressini   Carrara (Ms)

Piccole piazze G. De Falco   Milano

Futuro nero A. Cerbone      Casoria (Na)  

 

Segnalazioni di merito:

Passerai              M. Bacconi            Roma

Cortili                 C. Basile                Cesa (Ce)

Il silenzio del mare D. Ladik         Torino

Sembrava ieri  F. Gemito        Casoria (Na)

Conversazione con la terra A. Sacchetti M. Di Bisaccia (Cb)

Riva di solitudine  A. Valentini Pescara    

 

Classifica Sezione Libro-Silloge

Il dogma… del calabrone S. Lagravanese C. di Principe (Ce)

Corda tesa    S. Sibilio               Caserta

Parole in sordina   G. Melardi Montebelluna (Tv)

L’angelo Ubriaco   R. Bigotto  Piove di Sacco (Pd)

Il gomitolo dei sogni M. Galvagni Milano

 

Segnalazioni di merito:

Tre ccunte   N. Cesarano     Nola (Na)

Brandelli     R. Giancola     Isernia

Simone Pace e Giordano Carnevale
Simone Pace e Giordano Carnevale

Classifica Sezione Narrativa

Il richiamo del mare G. Gambini Garbagnate Milanese (Mi)

Il disegno sul cuore    R. Panzieri Torricella in Sabina (Ri)

L’assassinio di Peter   M. Relandini    Roma

1° Classificato

 

Sezione Poesia in Lingua

 

Notte d’equinozio

 

Claudio Prili  -   Roma

 

Non un Io, ma un luogo, una sostanza “senza sostanza” in cui precipitano e si distendono tutti gli elementi dell’Universo e le sue forme: è questo “Notte d’equinozio”. Ed è un luogo in cui vagheggia la vita trasognata, inquieta, fintanto indifferente del Poeta, dell’uomo che va incontro all’invisibile. Fragile, minima occasione! In una metamorfosi continua, rapida, senza sforzo, ogni tenue ricordo si assottiglia sfibrando nel dubbio l’anima che avrebbe voluto che qualcosa restasse, sottratto alla fluida notte… Così tutto dirada nella distensione soave del tempo, attraverso uno scintillare politonico della superficie della Parola.

Maria Pia De Martino

Claudio Prili e Angelo Cocozza
Claudio Prili e Angelo Cocozza

Notte d’equinozio

 

Copro il capo col mantello

per confondere la morte con la vita

e non distinguere più

quale delle due sia già trascorsa,

deboli presagi sospesi

nei labirinti di una ragnatela.

 

La mia terra

che ricordo perdersi nel mare

e ritornare terra sino al niente,

incompleta come nebbia

che striscia sonnolenta

in un gioco di infida indolenza.

 

Offrire il prossimo scoppio di sole

ad una rosa

che ormai lenta appassisce,

come un amore rapace

sdraiato su emozioni mai colte,

dissipando poco a poco l’estate

e quel che credevo e non sono stato.

Giordano Carnevale
Giordano Carnevale

2° Classificato

 

Sezione Poesia in Lingua

 

Peter…

 

Giuseppe Pietroni – Ficarolo (Ro)

 

Addizioni ineluttabili di esperienze portatrici di memorie a fil di pelle . E come splendida epifania, la definitività dell’incontro che resta a giustificare il fiore generante per sempre il frutto: Poesia che si fa carne o nominata rosa di sangue in Parola. Il poeta guarda al Poeta – alla propria anima – alla fine dell’attesa, ora che è Poesia a chiamare entrambi nel suo giardino.

Maria Pia De Martino

Peter…

 

Peter, un giorno lessi le “Pene d’amore”

e piansi, anche le mie lacrime erano come

sangue che non trovava terreno da fecondare,

amore da illuminare, nuovamente, senza posa.

Poi le fanciulle del giardino in fior di

primavera, forse ombre che si nascondono

dietro gli alberi mi hanno ridonato il

tempo perduto.

Peter tu sei vento che tutto spazza e

riporta, luce nella notte, vino proveniente

dalle stelle per avere sino all’ultimo

l’ebbrezza della vita:

la verità di un sogno…

3° Classificato

 

Sezione Poesia in Lingua

 

Dall’ombra riemerge

 

Stefano Peressini – Carrara (Ms)

 

Una sterminata periferia di visioni verso cui il Poeta nutre una nostalgia disperata: non vi è un centro ma solo ipotesi separate che forse non si sommano, tra le quali l’anima si aggirava inquieta come sopra una luna deserta. Il Poeta si fonde e si perde nelle teorie (visioni), le abbraccia, ne straripa sciogliendosi nei “volteggi impazziti di un cuore imprudente”. Dissolvendosi nella dispersione unanime dell’ombra che libera dalle illusioni.

Maria Pia De Martino

Stefano Peressini
Stefano Peressini

Dall’ombra riemerge

 

Quanto indugiò

per valli il fiume

prima di scoprirsi

onda sulla riva,

indistinti fluire

d’acque mai stanche

lungo i fianchi

consunti

di vecchie carene.

 

Quanta musica c’è

nel silenzio delle stelle,

nell’incedere

perpetuo

d’un pianeta lontano

sulle infinite rotte

dello spazio,

azzurro istante evanescente

su graffi di meteora.

 

Quanto resta

d’ogni pensiero perduto

o gettato,

lasciato fuggire

dietro nuvole in corsa,

sui colori sbiaditi

d’un arcobaleno spezzato,

sui rami fioriti

dal gioco del tempo.

 

         Dei silenziosi sogni

         potrei oggi fare canto

         come di sirena,

         espediente razionale

         o tacito rimorso:

        stolto cimento

        d’arena circense,

        come balzo di tigre nel cerchio

        dei ricordi incandescenti.

 

Tutto quello che serve

è aldilà d’uno sguardo

nei volteggi impazziti

d’un cuore imprudente:

e dall’ombra riemerge

libera

d’illusioni

l’anima vestita

d’uno scialle di luna.

4° Classificato

 

Sezione Poesia in Lingua

 

Piccole piazze

 

Gennaro De Falco – Milano

 

E’ da un tempo senza origini, fisso, da cui simbolicamente si precluse il futuro, esiliati dal presagio della Verità, che gli uomini vagano fra interminabili lontananze, al di là dell’ombra desolata, ma non senza passione. Eppure immobili come lampioni di un viale senza vento… Non è nella fortuita ventura , ma nella devozione antica che in “Piccole piazze” la Parola poetica torna a nominare la vertigine della vita in concentrata leggerezza.

Maria Pia De Martino

Piccole piazze

 

Lo sguardo si perde

nelle ombre dei palazzi

incrostati di notevole miseria.

 

Il vento non scuote i lampioni del corso:

sono immobili

come la gente che parla

davanti ai negozi

o nelle piccole piazze.

 

Un’umidità antica

stropiccia loro i vestiti…

 

Marzo 2009,

quartiere San Giovanni a Teduccio (Na)

 

 

5° Classificato

 

Sezione Poesia in Lingua

 

Futuro nero

 

Alberto Cerbone – Casoria (Na)

 

Penetrano e si insediano nella mente, diventando quella cosa traslucida che è un pensiero, le vite degli altri, trasfigurazione immaginativa del nostro spazio interiore, infinito labirinto di relazioni, la vita segreta della mente. Abitata dall’infinito, l’anima del Poeta è vasta vertigine intorno al vuoto, come oceano senza confini che circonda il nulla: e così, frantumando l’infinito, egli è John che fa surf, egli è Alfred dal destino sbagliato, egli è le mille storie che muoiono a Baghdad. Tra angoscia ed estasi dove la Verità ha il volto dello specchio che accetta e annulla con la stessa luce le infinite identità che siamo.

Maria Pia De Martino

Alberto Cerbone
Alberto Cerbone

Futuro nero

 

John che fa surf e ha visto la fine

in metropolitana, sta in equilibrio sulle onde,

pensando a Baudelaire su un’altra spiaggia,

immagina una figura incerta che sistema

fogli bianchi, e manda giù un’altra bottiglia.

I giorni non aspettano nessuno, neanche i poeti.

Nel parcheggio di un centro commerciale

c’è una donna che rimpiange la sua mancanza

di spiritualità: ama senza pensare, spende senza

contare, è difficile resistere al mercato.

In un pozzo sta Alfred, destino sbagliato, del cielo

sconfinato non gli resta che un pezzetto,

è diventato grigio in una notte.

Nella campana di vetro una voce canta

di futili partenze. Intanto aerei volano

su Baghdad cancellando storie di nessun conto.

Laggiù il futuro è una spia difettosa.

Salvatore Lagravanese
Salvatore Lagravanese

1° Classificato

 

Sezione Libro - Silloge

 

Il dogma… del calabrone

 

Salvatore Lagravanese – Casal di Principe (Ce)

 

Stupenda visione metafisica del Nulla, capace di fissare l’eternità con i suoi tremendi, dolorosi battiti, da cui il Poeta prende la fuga appena percepisce qualche ipotesi di risposta. Fugge la Metafisica, paradossalmente, attraverso la Retorica. Ma è solo un tentativo virtuale, perché la costante ricerca di Dio e del Senso e delle magnifiche ipotesi permea la Parola poetica, fratturata fino a renderla immobile e blasfema, ma solo in apparenza e in alcuni tempi, per erompere poi in concetti disattesi: una musicalità sublime ricca di silenzi. Una dimensione tragica che caratterizza il mondo simbolico e tremendamente reale dove però lo stupore non è più fondamento. Proprio perché Dio si nasconde, il Poeta lo cerca disperato nei diversi livelli di gerarchia logica delle parole – segni, stelle ed Amore, ed amori che si avvicendano. Sopra tutto il ronzio del calabrone come sinistro alleato della desolazione nella condizione umana contemporanea, il ronzio che sovrasta gli altri ronzii nel Caos che, forse, è il senso finale. Una tragicità dinamica, dunque, in linea perfetta con una parola nudamente muta nella teoria poetica tanto cara a Peter Russell, per un’esistenza concentrica nella Storia dell’evento vivo in tutta la sua eredità. Di ciò il linguaggio poetico è motore.

Maria Pia De Martino

Salvatore Sibilio
Salvatore Sibilio

2° Classificato

 

Sezione Libro - Silloge

 

Corda tesa

 

Salvatore Sibilio – Caserta

 

Esaurisce quasi per mediazione corporea la comunione dell’Anima continuamente scacciata dalla ferita dell’esistenza. Nel gesto etico, che è coraggiosa devozione alla Poesia, mai vengono a mancare le linee del presagio nel costante senso di limite che impone scelte. L’istante – fosse lampo d’avvenire o memoria dolorosa – non esilia mai dalla passione per l’ Assoluto, ma all’approssimarsi del compimento dell’opera nel tempo, si ricompone nell’intero firmamento di significanza attraverso una Parola poetica che, come fiore che non vuole distinzioni, verticale si alza verso la luce, col colore della propria levigata nudità.

Maria Pia De Martino

3° Classificato

 

Sezione Libro - Silloge

 

Parole in sordina

 

Giuseppe Melardi – Montebelluna (Tv)

 

 

Le parole non devono “fare massa” davanti alle cose. Simili a stoffe porose o a nuvole percorse dal vento e dal sole, esse si lasciano attraversare, intridere, inumidire dal gioco di luci ed ombre dell’esistenza. Il Poeta, qui, sta nascosto dietro di loro come dietro un filare di vite in un giorno d’autunno. E le cose della vita si ricompongono nel tempo, avvolte da struggente foschia, mentre la superficie del mondo vibra ad intermittenze sempre più intensa in una sorta di memoria impressionista. Una parola poetica timida ma potente, che crea una dinamica luminosa su cui si allungano talora le ombre remote e profonde della melanconia del ricordo del distacco – dalla propria terra, dalla madre, da un amore non corrisposto – come lutto forse mai elaborato. Sovrasta infine impudente e sfacciata la domanda suprema, sottesa anche linguisticamente in limpida parola, “in questo albume di grovigli ove si solvono pudori e dimensioni”. Presagio della tempesta sempre possibile.

Maria Pia De Martino

Roberto Bigotto
Roberto Bigotto

4° Classificato

 

Sezione Libro - Silloge

 

L’angelo ubriaco

 

Roberto Bigotto – Piove di Sacco (Pd)

 

Un Angelo venne dall’alto e vide le città degli uomini, misere nella loro nuda indifferenza. Vide il cuore di madri di figli mai nati, vide il tempo lacerarsi fra i giorni e le guerre. Ebbe pietà degli uomini e, come esiliato, volle diventare uno di loro. Visse il dolore con un’età diversa negli occhi, attraversò le debolezze umane e ne provò la lacerazione ma anche la dolcezza. Volle cambiare la Storia e le storie senza riuscirvi, egli che incontrò i poeti e gli assassini. Ebbe visione della sua libertà ma la perse ancora nel delirio delle città. Incontrò perfino la Morte, su un autobus alle sette di sera, ed Ella gli sorrise; scoprì che l’amore è una cosa che fa piangere. Volle tornare infine al suo cielo, ma il treno della Verità lo ingannò. La Parola poetica si desta dal sogno e, liquida, diviene musica e visione, dissolvendo la materia delle cose: il tempo è l’assoluto presente che incombe su sguardi accecati. Tutto è teso alla dissolvenza, in una stazione lontana, dove un Angelo in attesa vive tra noi.

Maria Pia De Martino

Giuseppe Gambini
Giuseppe Gambini

1° Classificato

 

Sezione Narrativa

 

Il richiamo del mare

 

Giuseppe Gambini – Garbagnate Milanese (Mi)

 

Rivolti al mare l’estremo pensiero e l’ultima parola del protagonista che è tutti i protagonisti del racconto, primo fra tutti il mare. E dunque Attilio Giunti è Capitan Babi, ma entrambi sono il mare, ben oltre il confine senza fine. Il mare in cui si traduce tutto in parola. Il mare solitario, di parole possibili che raccontano l’indicibile, che fissa la vita e la sua assenza, il mare che scorre sulla pagina ferma. Sublime ossessione del finito in un narrato che è anche dissoluzione ed eternità, non-luogo in cui precipitano tutti gli elementi e le forme dell’universo. I tre protagonisti diventano dunque il non-luogo, colmo di sensazioni e miracolosamente vuoto, in cui rischiano di non essere mai esistiti. Quel mare di acque e voci e visioni che è stato il mondo ormai dissolto estaticamente nella fluidità universale. Quel mare è sostanza, unità nascosta di tutte le cose, ritmo universale di espansione e contrazione: quanto agli uomini, non possono che adeguarsi. Quel mare madre e morte, vita e tempo! Il mare è lì, Capitan Babi e Attilio Giunti con lui, alle spalle le sue parole divenute ormai aria, in un punto imprecisato fra le stelle o in abissi dorati in cui esse, le parole, cercano di esistere ancora, battendo a porte sconosciute i colpi tragici dell’addio.

Maria Pia De Martino

Rosalba Panzieri
Rosalba Panzieri

2° Classificato

 

Sezione Narrativa

 

Il disegno sul cuore

 

Rosalba Panzieri – Torricella in Sabina (Ri)

 

La verità inconosciuta diventa specchio nitidissimo in cui riflettono i pensieri e quell’infinito labirinto di relazioni che diventano la segreta vita della mente. Penetriamo così il nostro spazio interiore, invadendone la leggerezza per una visione unitaria della realtà. Ciò che pensiamo e sentiamo è sempre una traduzione dalla estraneità della nostra anima, esiliati alla soglia di attesa di una vigilia: non ancora accadimento, forse mai, forse sempre. “Il disegno sul cuore” è parola di un dono, dell’evasione da una irrealtà della trasposizione del dolore cosmico che la guerra e la malattia generano con la frattura dall’Amore universale. E’ sorta di “competenza emotiva” che trasfigura l’angoscia e l’estasi di una vita che si spegne e rinasce contemporaneamente, come ampia vertigine intorno al vuoto che man mano rigenera Amore. E’ essere in due all’origine per poi ricomporsi in uno, frattura sanata da nuova immagine divina. Sara così è tutti quei bambini a cui è stato negato il sogno, ma è anche tutti i bambini a cui quel sogno, miracolosamente, è stato restituito. Come pegno, un “disegno sul cuore”.

Maria Pia De Martino

Mario Relandini
Mario Relandini

3° Classificato

 

Sezione Narrativa

 

L’assassinio di Peter

 

Mario Relandini – Roma

 

L’assassinio di Peter è un grido di rabbia, più sommessamente, di dolore. Una parola lieve ma crudele, asciutta nella sua levigatezza, testimonia la tragica caduta dell’uomo contemporaneo su se stesso. La morte di Peter avvenuta per abbandono, per inefficienza, per assurdità burocratica, per indifferenza. Una denuncia forte contro la devastazione del nulla e della paura derivante dalla incapacità dell’uomo post-moderno a riconoscere la propria responsabilità nella Storia rifugiandosi nel Destino. La morte di Peter assume, pur nella reale tragicità, il valore simbolico della denuncia sociale perché Peter è ognuno di noi e Marco è la coscienza del mondo speculare che abita la nostra mente, come atto di accusa di responsabilità drammaticamente riflesso. In una sola dimensione del tempo: il presente. Nel volgere del narrato scorgiamo gli occhi tremendi di Marco, furiose le sue parole, a tratti, che abilmente condividono con il lettore anche e per fortuna quell’ultima, magnifica sfumatura poetica, che racconta la bellezza. Dedicato, questo racconto, a tutti “ i Marco e i Peter che sono già venuti e se ne sono andati, in tutti i tempi… ad ornare qualche nube, laggiù, all’estremo orizzonte. All’estremo dell’orizzonte”.

Maria Pia De Martino

Rolando Giancola
Rolando Giancola
Maurizio Bacconi
Maurizio Bacconi
Carmela Basile
Carmela Basile
Nino Cesarano
Nino Cesarano

Premio Letterario Nazionale

"Le nuvole - Peter Russell"

IX Edizione 2010

 

Ass. Culturale Le Nuvole Via Benedetto Cariteo, 59 – 80125 Napoli

E - mail: Lenuvole2000@Hotmail.com Sito  www.nuvoleparole.it

Telefono: 339.610.59.84 - 338.581.47.32

 

Scadenza iscrizione: 30 Giugno 2010

Organizzazione: L' Associazione Culturale Le Nuvole di Napoli indice per il 2010 la nona edizione del Premio Letterario Nazionale "Le Nuvole - Peter Russell", intendendo così celebrare l'opera del grande Poeta scomparso nel 2003, ritenuto dalla critica uno dei massimi autori britannici del secondo Novecento.

Sezioni: A-Poesia in lingua italiana (2 componimenti editi o inediti); B-Libro di poesia (edito o inedito) o Silloge di poesia (max 400 versi); C-Narrativa (1 racconto max 8 cartelle edito o inedito).

N° Copie da spedire: Due per tutte le sezioni con dati personali dell’autore, recapito telefonico fisso e/o eventuale cellulare ed indirizzo e-mail riportati su di un foglio a parte. C-Narrativa

Quota di adesione: Euro 10 (Dieci) per la sezione A – Euro 15 (Quindici) per le sezioni B e C - da inviare in contanti in allegato con i lavori con posta raccomandata alla Segreteria del Premio Letterario Nazionale Le Nuvole - Peter Russell Via Benedetto Cariteo n. 59 - 80125 Napoli.

Premi: Trofeo per 1°, 2° e 3° classificato Targhe per 4° e 5° classificato Diplomi dal 6° al 10° classificato.

Premiazione: Napoli 2 ottobre 2010 alle ore 10.30 nella Biblioteca Landolfo Caracciolo Sala  Brancaccio presso il Complesso Monumentale S. Lorenzo Maggiore Via Tribunali, 316 – 80138 Napoli.

Per motivi organizzativi i premi verranno consegnati solo ed esclusivamente durante la cerimonia conclusiva direttamente ai premiati o a chi per coloro ritira con delega; non verranno in alcun caso spediti i premi non consegnati ma rimarranno a disposizione dei vincitori che potranno ritirarli in qualsiasi momento recandosi personalmente, previo avviso, presso la sede dell’associazione.

Notizie sui risultati: I vincitori saranno avvisati telefonicamente. La classifica finale e le opere vincitrici con le relative motivazioni saranno pubblicate sul Bollettino di diffusione e informazione culturale "Le Nuvole", sul sito dell’associazione www.nuvoleparole.it e sui siti web che pubblicizzano il bando.

Giuria: La giuria, composta da autorevoli personalità della cultura contemporanea, sarà resa nota successivamente.

Note: Tutti i partecipanti che indicheranno un numero di telefono fisso, al momento del ricevimento del plico con i lavori, verranno contattati per la conferma dell’ iscrizione al premio. Prima di partecipare raccomandiamo di visitare il nostro sito www.nuvoleparole.it dove sono presenti le opere vincitrici delle passate edizioni con relative motivazioni.

Peter Russell
Peter Russell

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